Il Simposio di Kalisz

18.09.2013 10:35
Ogni quattro anni – ormai è un appuntamento sempre più consolidato – si tiene il Simposio internazionale su san Giuseppe. Cominciando dal 1970 a Roma, si è giunti ora alla decima edizione. Il precedente si è svolto in Germania a Kevelaer, il prossimo si terrà nel 2013 in Messico a Guadalajara. Analogamente ai congressi mariologici, ci sono dunque anche quelli di Josefologia. Quest’anno è stato realizzato a Kalisz in Polonia dal 27 settembre al 4 ottobre 2009. Nella cornice di una città polacca tra le più antiche, presso il santuario di san Giuseppe più noto in quella nazione, accolto presso il seminario diocesano, si è aperto il congresso con una solenne celebrazione e l’inaugurazione del nuovo centro “jozefologiczne” davanti al quale è stata collocata un’imponente statua del nostro santo. Condotto da tale centro e promosso dai vari centri studi giuseppini nel mondo, relatori ed esperti sono arrivati da Italia, Spagna, Francia, Germania, Polonia, Messico, Stati Uniti, Canada, Cile, Salvador, Angola, India…
 
Un consistente spazio è stato dedicato ogni giorno alla preghiera e alle concelebrazioni eucaristiche in santuario, presiedute da vari vescovi (con interventi un po’ troppo lunghi peri nostri gusti). Si è creata un’atmosfera straordinaria di solennità, devozione e raccoglimento. Indovinato l’affidamento quotidiano davanti al venerato quadro di san Giuseppe e della Santa Famiglia delle diverse categorie (suore, sacerdoti, confraternite,associazioni e lavoratori, sposi e figli, seminaristi e giovani). Anche il dono delle reliquie del beato fratel Andrea di Montreal e dei genitori Martin di santa Teresina è stato significativo. In due serate si sono esibiti due concerti ; l’inno composto per l’occasione ha accompagnato i lavori con la sua dolce musica ed il ritornello: “anche a noi basta una parola nel sogno, anche a noi un angelo il cuore risveglia, solo restaci accanto,Giuseppe santo, dopo Maria il più umile degli uomini”.
 
Guidato da p. Andrea Laton, il simposio si è svolto in due sessioni scientifiche giornaliere, con un’intensa carrellata di una sessantina di relazioni nelle varie lingue, di cui alcune in traduzione simultanea. Il primo intervento è stato quello di Giovanni Paolo II, in video, col suo discorso nella storica visita a Kalisz nel 1997, in cui ha sottolineato l’importanza di san Giuseppe e del suo santuario, ha rivelato di pregare ogni giorno il santo prima e dopo la Messa, ha invitato a difendere come lui la vita fin dal concepimento. Relazione di apertura è stata quella del noto studioso giuseppino p. Tarcisio Stramare “a vent’anni dalla Redemptoris Custos”, esortazione apostolica che rimane pietra miliare della josefologia. Il tema generale del Simposio riprende infatti il titolo dell’ultimo capitolo di questa lettera pontificia: San Giuseppe “patrono della Chiesa del nostro tempo”. S. E. Zygmunt Zymoswski dal Vaticano è intervenuto su san Giuseppe “negli scritti e nella vita di Benedetto XVI”. Tra le altre relazioni segnaliamo: suor Regina Kolinko (“modello di vita spirituale e patrono per le persone consacrate”), suor Dolores Siuta (“uomo dell’ottimismo cristiano e della gioia evangelica”), p. Giuseppe Piccinno (“il patrocinio di san Giuseppe nella storia del culto cristiano”), p. Gabriel Rodriguez (nella storia e nella poesia),  p. Enrique Llamas (teologia e patrocinio), Krysztof Konecki (“nella riforma del concilio Vaticano II”), p. Guglielmo Spirito (“nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali”), Wojciech Hanc (“la dimensione ecumenica del culto di san Giuseppe alla luce dei dialoghi tra le confessioni”), p. José de Jesus Maria (nella storiografia), Daniel Picot (nelle apparizioni)…
 
Anche il nostro Centro studi dei Giuseppini del Murialdo è stato presente con le relazioni del direttore p. Angelo Catapano (“san Giuseppe nelle rappresentazioni cine-televisive del nostro tempo”), p. Pedro Olea (“evangelio morisco de Bernabé”), Luis Fernandez (nel dibattito esegetico), Stefania Colafranceschi  (patrocinio, intercessione e gloria, attraverso l’iconografia devozionale in Italia), Salvatore Fischetti (“di madre in figlia: aspetti della ritualità devozionale nella Puglia meridionale”); p. Gianfranco Verri ha inviato il suo contributo (“il patrocinio di san Giuseppe negli scritti del Servo di Dio don Eugenio Reffo”).
 
Il pellegrinaggio al santuario mariano di Lichen, maestoso ed elegante, e l’escursione al termine del congresso, con tappe a Czestochowa (Madonna di Jasna Gora), Auschwitz (campo di concentramento), Wadowice (terra natale di Karol Wojtyla), Cracovia (santuario carmelitano di san Giuseppe e nuovo santuario della Divina Misericordia) e Varsavia, hanno coronato il congresso.
 
Nel messaggio finale del Simposio si è lanciato l’impegno (richiesto proprio dal nostro centro) di chiedere alle conferenze episcopali nazionali che introducano in tutte le preghiere eucaristiche il nome di san Giuseppe, aggiungendo dopo Maria la dizione “con san Giuseppe suo sposo”, secondo quanto stabilito a suo tempo da Giovanni XXIII nel primo canone. Onorarlo nella Messa ed invocare la sua intercessione, da parte dei fedeli,  è il minimo che si può fare per non dimenticare il Custode del Redentore e riconoscere anche oggi - ogni giorno e in tutto il mondo - che san Giuseppe è “patrono della Chiesa del nostro tempo”. Sappiamo bene che davanti alle sfide odierne è quanto mai opportuno e di celeste protezione. Per noi devoti e amici del santuario di San Giuseppe Vesuviano è qualificante e doveroso, ed è una cosa che possiamo già fare, al di là di auspicabili pronunciamenti dall’alto.
 
Angelo Catapano