Giuseppe il giusto

16.11.2013 10:44

Al contrario di Luca, il vangelo di Matteo narra l’evento dell’Incarnazione del Signore “esclusivamente dalla prospettiva di san Giuseppe”. E’ quanto sottolinea Benedetto XVI nel suo ultimo libro sull’Infanzia di Gesù. Attraverso la sua discendenza dal re Davide fa da collegamento con l’antica storia della salvezza. Giuseppe, non sapendo ancora dell’intervento divino, si dibatte nell’incertezza. Orientandosi a non accusare pubblicamente la sposa, si manifesta “uomo giusto” (Mt 1,19). Su questa definizione evangelica il Papa si sofferma ampiamente. Osserva: “La qualificazione di Giuseppe come uomo giusto va ben al di là della decisione di quel momento. Offre un quadro completo di san Giuseppe e al contempo lo inserisce tra le grandi figure dell’Antica Alleanza – a cominciare da Abramo, il giusto. Se si può dire che la forma di religiosità presente nel Nuovo Testamento si riassume nella parola ‘fedele’, l’insieme di una vita secondo la Scrittura si compendia, nell’Antico Testamento, con il termine ‘giusto’”. Continua ancora il Santo Padre:  “Il Salmo 1 offre l’immagine classica del ‘giusto’. Quindi possiamo considerarlo quasi come un ritratto della figura spirituale di san Giuseppe”. 

E’ significativo questo aggancio del nostro santo alle espressioni del salmista. Davvero Giuseppe è come un albero, piantato lungo corsi d’acqua, che porta grande frutto. Per lui la volontà di Dio non è una legge imposta dall’esterno, ma gioia profonda, diremmo vangelo vissuto. Ne scaturisce una bella pagina, in cui Benedetto XVI offre un bel ritratto dello Sposo di Maria. “Questa immagine dell’uomo, che ha le sue radici nelle acque vive della Parola di Dio, sta sempre nel dialogo con Dio e perciò porta costantemente frutto, questa immagine diventa concreta nell’evento descritto, come pure in tutto ciò che, in seguito, si racconta di Giuseppe di Nazaret. Dopo la scoperta che Giuseppe ha fatto, si tratta di interpretare ed applicare la legge in modo giusto. Egli lo fa con amore: non vuole esporre Maria pubblicamente all’ignominia. Le vuole bene, anche nel momento della grande delusione. Non incarna quella forma di legalità esteriorizzata che Gesù denuncia in Matteo 23 e contro la quale lotta san Paolo. Egli vive la legge come vangelo, cerca la via dell’unità tra diritto e amore. E così è interiormente preparato al messaggio nuovo, inatteso e umanamente incredibile, che gli verrà da Dio”. Il Papa, al termine del suo pontificato,  dona così una bella pennellata nella presentazione di san Giuseppe, nel suo essere in pieno “uomo giusto” e “servo fedele”, a cavallo tra l’antica e la nuova alleanza.

 

Angelo Catapano (continua)

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